Agriturismo Le Querciole è un podere di 21 ettari immerso nel verde tra le caratteristiche valli del Taro e del Ceno, in prossimità del centro abitato di Borgo val di taro, natura selvaggia, cavalli allevati allo stato semi brado, prati, boschi, e pascoli volutamente mantenuti allo stato naturale.
Due casali del ‘600 immersi nel silenzio della val Vona, nel comune di Borgotaro, una valle selvaggia, sconosciuta naturale ed incontaminata.
Tutto questo voluto, ricercato e mantenuto come un tempo, per poter assaporare sensazioni, profumi ormai dimenticati.
Un paesaggio agreste, pulito, selvaggio.

SERVIZI
Agriturismo Le Querciole offre una ucina casalinga e nostrana fatta di prodotti tipici della nostra valle, con piatti della vecchia tradizione contadina dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Troverete un ristorante con ampie vetrate recuperato da un antico Fienile adibito a stoccaggio e magazzino.
Costruito attorno al 1850 con il tetto in sasso a vista alto circa 4 metri, i pavimenti sono ancora quelli originali.
La presenza di un ampio camino permette di vivere momenti indimenticabili e romantici
L’arredamento è composto da tavoli e mobili in legno massiccio.

DINTORNI
Agriturismo Le Querciole è integrata perfettamente nei percorsi delle Strade dei Sapori, questo significa che chi decide di transitare per queste valli avrà la possibilità di toccare con mano, o meglio, con il palato le eccellenze gastronomiche che ci caratterizzano da sempre: Parmigiano Reggiano – Prosciutto Crudo di Parma – Salami di eccellenza – Culatello di Zibello.
Raggiungere le 5 Terre dalla questa posizione è possibile anche grazie al treno, partendo dalla Stazione di Borgotaro, ed in circa un ora potrete iniziare a visitare: Monterosso al Mare – Vernazza – Corniglia – Manarola – Riomaggiore.

Address

Our Address:

Loc. San Pietro 43043 Borgo Val di Taro (PR)

GPS:

44.510467101820794, 9.807374977181553

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Gianfranco Genga 5 Agosto 2024 8:48
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LA PEGGIORE VACANZA DELLA MIA VITA.
 
ACCOGLIENZA. Sono stato accolto dal titolare scalzo (a piedi nudi) nel suo appartamento. Mi ha immediatamente chiesto documenti e saldo (evitando di chiedere come era andato il viaggio). Saldo con la carta 500 euro da aggiungere alla caparra di 200 euro già versata per 4 notti a mezza pensione. Mi viene indicato l’appartamento e il titolare aggiunge che le chiavi sono sulla porta, ma che loro le usano solo per “noi di città”.
AMBIENTE. Leggo nella descrizione dell’agriturismo: “Presso di noi avrai una zona recintata di 200.000 mq, dove potrai scorrazzare libero assieme al tuo amico a 4 zampe. Avrai a disposizione una ciotola per il tuo cane”. Nessuna ciotola a disposizione per il cane, ma questo è il minore dei problemi e disservizi. La zona recintata non è praticabile per l’evidente pendenza del terreno, aree protette e circoscritte sono inesistenti. La proprietà recintata di 200.000 mq (“ideale per passeggiate rilassanti assieme al vostro amico a 4 zampe”) è così ampia da essere presumibilmente popolata da animali più o meno pericolosi, ed ovviamente inoltrarsi in mezzo ad un bosco senza alcun tipo di segnalazione rappresenta un evidente azzardo per la propria incolumità.
Lungo la strada con notevole dislivello che porta all’agriturismo, da un lato è presente abbondate filo spinato non segnalato e dall’altro ci sono burroni ripidi senza barriere protettive. A seguito della richiesta di dove fossero presenti area per passeggiare con il cane all’interno della struttura, la risposta è stata “dipende da quanto siete allenati”. Non esistono aree pianeggianti: il terreno è ovunque impervio con saliscendi adatti a “persone allenate”. Nella descrizione dell’agriturismo leggo che esiste “la possibilità di risalire assieme al vostro cane un bellissimo ruscello immerso nella natura. Possibilità di far fare un bagnetto rilassante nel nostro straordinario e pulitissimo ruscello, tu stesso potrai immergerti in queste acque cristalline insieme a lui.” A seguito della richiesta di dove fosse situato il ruscello e relativo percorso, la risposta è stata “bisogna scendere attaccandosi agli alberi”. In alternativa il titolare aggiunge “puoi scendere con la macchina, parcheggiare dove vuoi, e trovi il ruscello”.
CENA. Nella descrizione dell’agriturismo leggo che “una nostra cena è sempre una cena importante”. La titolare ci comunica di presentarci a cena alle 19.30. Il titolare alle 19.31 bussa alla porta pronunciando un perentorio e sgradevole “a tavola!”. Usciamo dall’appartamento e ci sediamo a tavola, dove troviamo la carta dei vini. Qualche minuto e ci viene servito un tagliere di affettati e parmigiano (non richiesto e non concordato). Terminato l’antipasto il proprietario ritira i piatti e non proferisce parola. Mi azzardo a chiedere cosa ci fosse a seguire per scegliere cosa mangiare. Il proprietario infastidito risponde che “visto che tua moglie è celiaca, abbiamo fatto un risotto e una tartare di verdure”. Siamo in compagnia di un tavolo di tedeschi che riceverà i medesimi piatti a noi serviti. Il titolare porta il risotto a tavola (buono a dire di mia moglie) ed io faccio notare educatamente che “il riso non lo mangio”. L’espressione del titolare è ancora più contrariata ma non ci viene proposta alcuna alternativa. Segue una dadolata di pomodori con acciughe e foglie d’insalata intorno al piatto (mia moglie mangia anche la mia porzione).
COLAZIONE. Mattino seguente h 08.00: la titolare mi incontra all’esterno dell’appartamento ed ha il buon gusto di chiedermi se avessimo dormito bene. Rispondo che sono in piedi dalle 04.30 perché non sono abituato ad andare a dormire digiuno. La titolare dice che avrei potuto chiedere altro. Rispondo che avevo comunicato sia al marito che a lei in seconda battuta che il riso non l’avevo mangiato (inoltre il vassoio che lo conteneva è ovviamente tornato in cucina quasi intonso) e che mi aspettavo che un’alternativa me l’avessero proposta loro. Arriviamo alla colazione: fette biscottate confezionate, biscotti industriali, confettura, due mini pozioni di burro, due yoghurt, succo, caffè e/o te.
EPILOGO. Terminata la colazione comunichiamo molto garbatamente alla titolare che avremmo lasciato la struttura perché non ci sentivamo a nostro agio e perché non erano presenti luoghi deputati a trascorrere una vacanza serena assieme al nostro cane. Chiediamo con estrema cortesia, visto che abbiamo usufruito di una notte su quattro, se “poteva venirci incontro con un risarcimento parziale”. La titolare risponde che abbiamo prenotato (la struttura aveva solamente due appartamenti occupati su cinque), che non aveva soldi perché avevamo pagato con la carta, che il marito non era in sede e ci avrebbero chiamati al suo ritorno se non avessimo atteso il suo ritorno. Lasciamo l’agriturismo a metà mattinata e non riceviamo alcuna telefonata. Il giorno seguente telefono per chiedere gentilmente un accomodamento economico. Il titolare risponde che “ha già contabilizzato”, cade la linea disturbata e sia il telefono fisso che il cellulare diventano guarda caso irraggiungibili.
CONCLUSIONE. 700 euro per una notte e mezza cena. Procedo con l’avvocato.